ESSERE RIFUGISTA
Il rifugio esprime spesso la realizzazione di un sogno ed essere un rifugista rappresenta un vero e proprio stile di vita, in armonia con la natura e con l’ambiente circostante.
Il detto dice “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno della tua vita.” Ed è proprio la passione per il proprio mestiere l’ingrediente segreto che contraddistingue ogni rifugista. Lavorare nei rifugi comporta scelte di vita importanti e molti sacrifici, ma offre opportunità per sviluppare nuove competenze, socializzare e vivere nella natura. La vera competenza del gestore risiede nella capacità di adattamento, di ospitalità e di gestione degli imprevisti.
GIORNATA TIPO
Vivere e gestire un rifugio vuol dire svegliarsi al mattino presto e sorseggiare un buon tè mentre l’alba sorge su un meraviglioso panorama. La “giornata tipo” di un gestore inizia con la discesa a valle per l’approvvigionamento di viveri e bevande. In molti casi i materiali vengono portati a monte con l’ausilio di una teleferica, altre volte con l’utilizzo dell’elicottero o di un 4×4. La routine non esiste e non si può mai sapere come si evolverà la giornata. Spesso il rifugista deve improvvisarsi idraulico, falegname, elettricista: grembiule da ristoratore, soprattutto sabato e domenica, ma tuttofare nel resto della settimana.
RIFUGIO VS RISTORANTE
Il rifugio differisce dal ristorante principalmente per 3 motivi:
- La posizione geografica, è spesso raggiungibile solo a piedi
- L’approvvigionamento energetico ed idrico: i rifugi sono senza utenze! E’ importante adottare soluzioni green, come una centralina idroelettrica, pannelli solari e l’utilizzo di legname per il riscaldamento.
- La co-gestione: il rifugista non può fare a meno dell’aiuto di ogni visitatore. Infatti, a ogni camminatore è richiesto di mantenere il rifugio pulito, di prenotare preferibilmente in anticipo i pasti e il pernottamento, di avvisare in caso di intolleranze o allergie, di essere aperto a ciò che il rifugio può o non può offrire e di avere pazienza soprattutto durante l’alta stagione.
Credits Rifugio Merelli al Coca